Quando si ha tra i venti e i trent’anni si hanno tanti progetti in testa e la pensione, di solito, non è uno di questi. Comprensibile, ma non auspicabile. La generazione dei millennials, infatti, dovrà prima o poi fare i conti con la (misera) realtà della previdenza pubblica.
Il Censis stima che il 65% dei giovani occupati dipendenti di oggi in Italia avrà una pensione sotto i mille euro, pur con avanzamenti di carriera medi assimilabili a quelli delle generazioni che li hanno preceduti. E la previsione riguarda i più «fortunati», cioè i 3,4 milioni di giovani oggi ben inseriti nel mercato del lavoro, con contratti standard. Poi ci sono altri 890 mila giovani autonomi o con contratti di collaborazione e quasi 2,3 milioni di ragazzi che non studiano né lavorano, che avranno ancora meno.
Consapevolezza
In questo triste quadro generale, è confortevole sapere che i giovani sono coscienti di questa condizione sfavorevole. Secondo un recente sondaggio, infatti, per più del 50% degli intervistati il rischio finanziario della vita post-lavorativa rappresenta il principale ostacolo da affrontare nei prossimi decenni.
L’obiettivo delle Istituzioni, degli operatori del settore e delle famiglie deve essere quello di convertire questa consapevolezza in azioni concrete. I ventenni saranno anche demotivati e svantaggiati, ma hanno dalla loro parte la risorsa più importante: il tempo. Riuscire a mettere da parte anche solo una piccola parte delle proprie entrate già da giovani può fare la differenza.
Negli ultimi anni sono state effettuate numerose ricerche su quanto i giovani dovrebbero risparmiare per potersi assicurare una vita post-lavorativa dignitosa. Tra previsioni catastrofiche, e ad altre fin troppo ottimistiche, la verità sta – come sempre – nel mezzo.
Chi ha il merito e la fortuna di iniziare a risparmiare fin da giovane (magari anche grazie ai genitori), accantonare il 10% della propria retribuzione potrebbe essere la soluzione al problema pensioni.
Cosa fare
Gli strumenti finanziari in grado di eliminare o contenere il problema pensioni sono molteplici. Si va dai Piani Individuali Pensionistici (Pip), ai Fondi Pensioni Aperti, passando dai più classici Piani di accumulo, strumenti – quest’ultimi – non pensati appositamente per fronteggiare l’ostacolo pensionistico, ma ugualmente utili alla causa.
Si tratta di soluzioni diverse tra loro, ma accumulate dall’unico obiettivo di salvaguardare i risparmi e il futuro di una persona, o di un nucleo familiare.
Nei prossimi articoli analizzeremo pro e contro di ognuna di queste alternative.
Francesco Zappulla
Consulente Assicurativo e Finanziario